Bologna by music

Alla domanda “Cos’è Bologna?” si potrebbe rispondere in molti modi.
Per esempio Bologna è il paese dei Portici, o la città natale di Giosuè Carducci. Musicalmente è invece la città di Lucio Dalla e di Gianni Morandi.
Da un punto di vista sportivo, Bologna è la città di Giacomo Bulgarelli o della rivalità tra la Virtus e la Fortitudo.
Nella mia mente, però, Bologna ha sempre rappresentato qualcosa di diverso, non spiegabile attraverso semplici riferimenti geografici o attraverso qualche culto della personalità, seppur autorevole.
Quando penso a Bologna mi viene in mente – probabilmente in maniera ingenua e allo stesso tempo molto poco originale – il “modello Emilia Romagna”, con la sua idea filosofica di cooperativismo ed etica pubblica.
Così, sfruttando influentissimi agganci posti in lato nella scala sociale – un mio ex coinquilino – sono riuscito finalmente a visitarla, potendo dare un giudizio globale sulla città, tutto sommato positivo.
Ma a sorpresa, invece di sparare un bel pippone articolato e pieno di luoghi comuni – come potrebbe sembrare dall’introduzione – si è deciso di pubblicare una bella playlist casual del viaggio.

Subsonica – Radioestensioni
Perché una playlist? Che bisogno c’era?
Nessuno, in realtà, è solo che “con un espediente elettrico risveglio il mio cuore letargico”.
Semplice no?

“Colonne sonore in libertà
che tengono sveglia la notte e poi,
riscaldano il giorno ritrovo un contorno,
è saturo, è pregno, è degno di me.”

Vintage Violence – Metereopatia
La valigia è pronta e la sveglia ha incredibilmente funzionato, si parte per Bologna!
Cazzo piove però, bella merda.
Quasi quasi me ne torno a dormire.

“Metereopatia portami via dalla Lombardia
finché non splende il sole dell’anarchia.
Manderemo gli italiani a fare in culo da domani
A sopravvivere ai lunedì sera,
agli olocausti nucleari.”

Offlaga Disco Pax – Robespierre
L’autobus è arrivato. “No ma aspetta, via Stalingrado? Sul serio?”
Certo, Bologna non è Reggio Emilia ed il busto di Lenin lo si può trovare solo a Cavriago, ma la toponomastica resta sempre un fattore di un certo rilievo.

“E poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago
E la grande banca non più locale con sede in
Via Rivoluzione d’Ottobre”

Baustelle – Il liberismo ha i giorni contati
Al mercato si può e si deve resistere, ma come?
Semplice, prendendo esempio da tutte le Anna che imperversano nella città felsinea: scrivendolo sui muri, Banksy docet.

“Anna pensa di soccombere al Mercato.
Non lo sa perché si è laureata.
Anni fa credeva nella lotta,
adesso sta paralizzata in strada.
Finge di essere morta.
Scrive con lo spray
sui muri
che la catastrofe
è inevitabile.”

Lucio Dalla – Disperato erotico stomp
Si gira e si rigira, ma tutte le strade portano sotto le Torri di Garisenda ed Asinelli, impossibile perdersi.
Scelta scontata, ma doverosa.

“Girando ancora un poco ho incontrato
uno che si era perduto
gli ho detto che nel centro di Bologna
non si perde neanche un bambino
mi guarda con la faccia un po’ stravolta
e mi dice “sono di Berlino”.”

Morgan – Altrove
Certo, nel centro di Bologna non si perde nessuno, ma in periferia le cose sono leggermente diverse.
“Giardino Parker-Lennon? Ma io volevo andare in Stazione!”.

“Ho deciso
di perdermi nel mondo
anche se sprofondo
lascio che le cose
mi portino altrove
non importa dove.”

The Clash – I fought the law
Si arriva rapidamente in via Irnerio. “Irnerio? Ma io lo conosco.”
Essere un giurista ha dei vantaggi, anche se devo ancora scoprirli.

“Breakin’ rocks in the hot sun,
I fought the law and the law won.
I needed money ‘cause I had none,
I fought the law and the law won.”

Lo Stato Sociale – Instant classic
“Quasi quasi mi faccio un selfie.” Sì, ma dove?
A Piazza Maggiore? Sotto le Torri? Oppure dal kebabbaro di fiducia?
Alla fine, la batteria del cellulare era scarica.

“Mi faccio una foto con un nero
con un cinese
con un estone
con un altro cinese ma lo chiamo come quello di prima.”

883 – Non me la menare
“Ci beviamo una birra?”
Sì certo, ma chi le aveva viste mai tutte quelle birre?
Nel dubbio, tutta la vita stout pride.

“Non me la menare
non capisco cosa vuoi
tanto lo sapevi
che non ero come voi.
A me piacciono le birre scure
e le moto da James Dean.
Non quelle stronzate
che si dicono nei film.”

Brunori Sas – Le quattro volte
Il Friuli e l’Emilia sono due posti agli antipodi, ma su una cosa il gemellaggio è quasi sacro: la cultura del maiale.
Meglio la mortadella bolognese o il prosciutto crudo di San Daniele?
Ma si deve per forza scegliere?

“E un’altro capodanno
un altro carnevale
un altro ferragosto
e ancora un altro Natale
la prima comunione
il primo funerale
la festa del paese
e la morte del maiale.
Si può nascere
un’altra volta.”

Angels and Airwaves – Distraction
Il viaggio di ritorno è già stato programmato da settimane e il biglietto dell’autobus è stato preso.
Ultima controllatina: prenotazione per il 02/11/15.
“02/11/15? Ma è domani, oggi siamo l’01/11/15.” Viaggio di ritorno saltato.
Il pendolo del tempo ha terminato un’oscillazione durata 7 anni e cominciata a Quarto d’Altino nell’agosto 2008.
Quel portafoglio dimenticato a casa ad un’ora dall’aereo – mentre le cuffie sparavano Tom De Longe a tutto volume – ha voluto vendicarsi.

“This place is dead
It echoes through town
There isn’t one voice
I haven’t heard a sound.”

Cosmetic – Nelle mani giuste
Dopo quattro ore di viaggio, il treno è arrivato a Trieste.
L’immagine di Bologna è già quasi scomparsa dalla mia mente, ma non è importante.
Il mare è già qui ad un passo.

“Non mi importa di svoltare
Vorrei solo rivedere il mare
Che è quello che conta
È quello che conta per noi.”

Lorenzo Pilat – Torno a Trieste
Siamo tornati muloni.

“Chi che ghe i piasi vin bianco,
bevi anche nero se xe.
Mi de girar son za stanco,
torno a Trieste perché,
voio una mula triestina,
che canti solo per mi,
che canti de sera e matina
e cos te vol più de cussì.”


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